Dal Blog di Marco Grondacci in relazione ai documenti forniti dal Comune di La Spezia rigurdanti il cantiere di demolizione aperto davanti al paese.
Qui potete trovare il post di riferimento
Qui potete trovare il post di riferimento
Note di Marco Grondacci :
http://notedimarcogrondacci.blogspot.it/2012/12/larsenale-militare-nelle-nebbie-e-i.html
Dopo
settimane di pressanti richieste da parte della Associazione Murati
VIVI, di singoli cittadini di Marola, di associazioni ambientaliste e
di consiglieri Comunali della lista Guerri e 5stelle….il
Comune ha prodotto una documentazione assolutamente insufficiente per
chiarire responsabilità, competenze e stato autorizzatorio nella
vicenda del cantiere “improvvisato” di demolizione navale
di fronte alla scuola elementare di Marola.
Vediamola
questa documentazione (per il testo integrale vedi QUI).......
COMUNICAZIONI
DEL COMUNE: UN ESERCIZIO DI R IMOZIONE DELLE PROPRIE RESPONSABILITÀ
Prima
affermazione dell’Ufficio Ambiente del Comune:
“trattandosi
di una attività svolta all’interno di base navale, questa
Amministrazione non ha alcuna competenza al rilascio di qualsivoglia
autorizzazione”.
Dichiarazione
reticente; infatti avendo l’attività prodotto emissioni anomale
nella zona di competenza comunale, comprendente addirittura una
scuola, il Sindaco nella sua qualità di Ufficiale di Governo
considerati i rischi diretti sulla popolazione civile, poteva
verificare la possibilità di esercitare i propri poteri di
prevenzione sanitaria (ai sensi del TU leggi sanitarie) previa
diffida e successiva ordinanza di divieto a continuare
l’attività di demolizione. Invece alla fine sono state le stesse
Autorità Militari come vedremo a "sbaraccare" il
cantiere in fretta e furia!
IL
DOCUMENTO PRODOTTO DAL COMUNE: UN COMPITINO SU QUELLO CHE E' STATO
CHIESTO…… E NON E' STATO OTTENUTO!
La
nota di servizio del Corpo di Polizia Municipale dimostra
soltanto che i vigili sono andati sul posto e che hanno chiesto
chiarimenti…..TUTTO QUI!
In
cosa sono consistiti questi chiarimenti ottenuti dai Vigili Urbani?
Nel venire a conoscenza che:
1.
la ditta che si è occupata
di avviare l’attività dell’improvvisato
cantiere di demolizione ha avuto l’area, interessata dai lavori, in
permuta,
2.
è stato redatto il Piano di
interferenza DUVRI.
Niente
altro! Il tutto in oltre tre settimane di tempo!!!
Già
la questione della permuta è ambigua un cantiere di
demolizione navale deve essere autorizzato in un area appositamente
adibita con sistemi adeguati di prevenzione delle emissioni che dal
cantiere potrebbero provenire. Invece qui si lavora in questo modo:
tieni beccati quest’area e comincia a lavorare……. Sic!
DUVRI
è l’acronimo di
Documento
Unico di Valutazione dei rischi di Interferenza.
Si tratta di un documento previsto dal Testo Unico per la sicurezza
negli ambienti di lavoro (articolo 26 DLgs 81/2008). Cosa si
intende per interferenza?
Vediamolo subito: “Si
parla di interferenza nella circostanza in cui si verifica un
contatto rischioso tra il personale del committente e quello
dell’appaltatore o tra il personale di imprese diverse che operano
nella stessa sede aziendale con contratti differenti”
(Determinazione autorità vigilanza n. 3 del 5 marzo 2008).”
Si
tratta quindi di un documento utile ed importante (se redatto
correttamente) per capire le modalità di lavoro interne al cantiere
ma non esaustivo delle richieste di informazione avanzate da Murati
Vivi , consiglieri comunali e singoli cittadini.
COSA
DOVEVANO PUBBLICARE LE AUTORITÀ COMPETENTI CIVILI E MILITARI
Voglio
ricordare cosa è stato chiesto alle autorità competenti nelle
loro diverse funzioni: Comune, ASL, Arpal, Marina Militare e ditta
che gestiva il cantiere.
1.
Le autorizzazioni alle
emissioni aeriformi: ai sensi dell’articolo 269 del DLgs 152/2006,
infatti trattandosi di attività non rientranti nelle attività di
difesa nazionale ad essa si applica la normativa ambientale ordinaria
(come affermato dal DLgs 66/2010 Codice dell’ordinamento militare);
2.
Il
provvedimento, della autorità militare preposta, relativo alla
Dichiarazione della tipologia di rifiuto prodotto dalla attività di
demolizione ai sensi del Decreto Ministero Difesa 22
ottobre 2009;
3.
l’autorizzazione
alla gestione dei rifiuti prodotti dalla attività di demolizione
della nave, rifiuti che possono essere classificati come pericolosi
(voce GC 030, prevista dall’allegato III al Regolamento (CE) n.
1013/2006 - testo e commento vedi QUI);
4.
la documentazione che
dimostri il rispetto delle norme sul deposito temporaneo dei rifiuti
prodotti ai sensi del DM 22 ottobre 2009;
5.
i verbali degli avvenuti
controlli effettuati dal’ASL nel cantiere in oggetto;
6.
i verbali di qualsiasi altra autorità di controllo sulle modalità
di svolgimento delle attività del cantiere in oggetto. In
particolare alla luce della documentazione prodotta dal Comune
risulta che in data 20/11/2012 (Marivigilanza) e in data 23/11
(Capitaneria di Porto) hanno effettuato ispezioni i cui risultati non
sono stati forniti pubblicamente.
NESSUNO
DOCUMENTO DI MERITO È STATO FORNITO AI CITTADINI
Nessuno
di questi documenti è stato fornito, non solo ma la comunicazione
dell’Ufficio Ambiente del Comune alla quale è allegata la nota dei
Vigili Urbani sopra richiamata, non spiega come invece dovrebbe fare
, quali sono le reali competenze e distinzioni di funzioni tra
autorità civili e militari, lasciando completamente nel dubbio i
cittadini che invece vogliono essere rassicurati su chi fa e cosa
nel campo della prevenzione del rischio salute e ambiente.
MA
LA LEGGE COSA PERMETTE CHE VENGA PUBBLICATO?
Trattandosi
di tematica ambientale la normativa applicabile è il decreto
legislativo del 19 agosto 2005, n. 195 in attuazione della direttiva
comunitaria 2003/4/CEE.
Questo
Decreto Legislativo contiene una concezione
larga di informazione accedibile
per cui addirittura è accedibile non solo il semplice documento
(autorizzazione) ma anche “i
dati ricavati dal monitoraggio di attività che incidono o possono
incidere sull’ambiente”
(articolo 7 Direttiva 2003/4/CEE), quindi ancor di più sono
accedibili i verbali
di controllo
su attività potenzialmente inquinanti.
Inoltre
nessuno degli atti/documenti richiesti rientrava tra le categorie
generali non accedibili elencate dall’articolo 5 del citato DLgs
195/2005 (vedi QUI).
Il
furbino funzionario comunale di turno potrebbe dire: "si
ma quelli in mano alle autorità militari non sono accedibili dal
pubblico"….SBAGLIATO!
Il primo comma dell’articolo 368 del Dlgs 66/2010 (Codice
dell’ordinamento militare) prevede che ai sensi dell'articolo 5 del
decreto legislativo 195/2005, l'accesso all'informazione ambientale è
negato quando la divulgazione dell'informazione reca pregiudizio alla
difesa nazionale. Ora mi pare ovvio che la documentazione richiesta
non riguardasse di certo informazioni che potevano pregiudicare la
difesa nazionale, tanto più che per ammissione delle stesse Autorità
Militari (vedi nota Vigili Urbani Comune di Spezia) la bettolina non
era classificata come nave militare ma di supporto alle navi
militari.
CONCLUSIONI:
NESSUNA PREVENZIONE NESSUNA TRASPARENZA…..SOLO FUGHE PRECIPITOSE
Non
solo le Autorità civili sono intervenute in ritardo nei controlli e
solo dopo innumerevoli sollecitazioni dei cittadini, ma a
tutt’oggi non è stato prodotto alcun documento che dimostri la
veridicità delle affermazioni sulla non pericolosità della attività
svolta nell’improvvisato cantiere.
Infine
ad ulteriore dimostrazione che le cose non erano e non sono per
niente chiare c’è stato l’improvviso “sbaraccamento” del
cantiere da parte delle Autorità Militari. Domanda: se l’attività
era in piena regola perché il cantiere è stato rimosso prima della
fine dei lavori?
LA
FUGA A VOLTE NON E’ AMMISSIONE DI RESPONSABILITÀ MA E’
SICURAMENTE AMMISSIONE DI ARROGANZA (io non spiego nulla e me ne
vado) E DI CONFUSIONE E, ARROGANZA E CONFUSIONE, SONO
PERICOLOSE QUANDO SI TRATTA DI CONTROLLARE ATTIVITÀ
POTENZIALMENTE INQUINANTI E PERICOLOSE PER LA SALUTE E L’AMBIENTE.