martedì 15 aprile 2014

Silenzi italiani e risposte d'oltremanica

Dove eravamo rimasti col plutonio/uranio imbarcato di notte sotto le case degli spezzini?
Ai silenzi delle istituzioni e dei loro rappresentanti ben stretti alle loro poltrone, a dichiarazioni della Casa Bianca (a cui si accoda timida anche l'italia) e al nostro piccolo e disperato tentativo di sapere qualcosa dalla società di trasporti navali nucleari.
Be', la Pacific Nuclear Transport Ltd ci ha risposto. Prima e meglio, ma ci voleva poco, delle nostre istituzioni.

Cosa si caricava a Spezia? Del MOX: una miscela di ossidi di uranio -naturale, impoverito, ma mai arricchito- e di plutonio. Una miscela balzata agli onori della cronoca per il reattore 3 di Fukushima, ritenuto il più pericoloso proprio perché impiegava il MOX, più radioattivo e tossico degli altri combustibili nucleari. Allo stesso tempo alla risposta sono allegate le dichiarazioni USA-Italia per "ulteriori informazioni su questo materiale", in cui però di MOX non c'è ombra. Anzi si parla di uranio altamente arricchito (HEU) e plutonio "separato", che sono cose ben diverse. Ci chiediamo inoltre come, dove e quando sia stato prodotto del MOX in Italia.

Ci saranno futuri carichi alla Spezia? Attualmente non ci sono contratti e quindi non sono previsti futuri imbarchi da parte della PNTL.

Che bisogna fare in caso di emergenza? La compagnia di trasporti ha piani per emergenze in mare, specialisti e una task force h24 per intervenire in caso di incidente. Non ha piani di intervento per aree popolate. Sappiamo che quelli sono italiani. E segreti anche adesso che il carico è partito. E chissà se sono di alto livello come quelli in mare della compagnia britannica. Ma con tutta questa segretezza, è lecito dubitarne.

Prima di richiedere al responsabile della comunicazione della PNTL di candidarsi a sindaco qui, ché sarebbe meglio dell'attuale, volevamo chiarire alcuni punti e abbiamo inviato (oggi alle 17.26 -ora italiana, tocca dirlo!-) una ulteriore richiesta di informazioni:

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"Dear Mr Todd,

Thank you for your answer.

As you can easily guess, imprecise or unclear information can only increase our worry.

The first point remains unclear: the USA-Italy declaration is referring to the material only as HEU and "separated Plutonium", while you regard it as MOX. The definitions of HEU, separated Pu and MOX are far too different to be all compatible to define the same material.
The USA government fact sheet also explains that uranium will be downblended to reach LEU isotopic concetration level, in order to use it for "civilian purposes"; it seems very hard to believe that this process can be applied on uranium in the MOX fuel... In our opinion this is a misunderstanding or a heavy contradiction according to many points of view (nuclear engineering, nuclear physics, for instance) and we request to have about this a very clear further explanation.

So we have new requests about the nuclear material: we need to know how many MOX was handled in La Spezia (kg) and in which form (powder, pellets or other).

We are worried to know that INS/PNTL has no competence to manage an emergency situation involving populated areas.
In any case, we are interested to know the protection plan to limitate biological and health damages for your personnel too, in case of radioactive contamination on board. (decontamination procedures, personal contamination analysis and medical care, how to avoid or limitate body internal contamination, first treatment for contaminated people etc.)

We take note that at present aren't scheduled INS/PNTL shipments in La Spezia. We also request to know if your ships were operational in the past in La Spezia.

Please, take in consideration to process our new requests not only according to UK law but according to European Directive 2003/4 also, as private citizens and/or as an association.

Kind regards."

lunedì 17 marzo 2014

Ministero del tanto al kg

Comunicato inviato oggi (14.16) alla stampa locale.

Ambigua e dilettantesca la risposta del Ministero dell'Interno sulla vicenda della nave dei misteri che ha caricato o plutonio o uranio, o forse entrambi, all'interno dell'arsenale della Marina Militare alla Spezia, nella notte tra il 3 e il 4 marzo.

Non è accettabile da qualsivoglia istituzione un tale livello di elusione e amatorialità nelle risposte su temi così delicati come la sicurezza, le procedure d'emergenza e la trasparenza.
Assicurazioni generiche, da chi poi non fornisce nemmeno l'identificazione precisa del sito di provenienza del trasporto e la natura del materiale trasportato, non hanno credibilità.

Dove sono i dati sulle procedure d'emergenza da adottare, l'analisi, le simulazioni, i risultati delle esercitazioni (obbligatorie) che dovrebbero essere state fatte, e non in generale, ma sul modello specifico della distribuzione degli abitati, sui venti e la conformazione orografica del golfo della Spezia?
Quali scenari sono stati previsti?

Il concetto di sicurezza inverificabile, segreto e calato dall'alto fu già della Marina Militare con un piano d'emergenza che prevedeva poco più che una serie di infantili nomi in codice da dare agli abitanti morti -falci- o contaminati -fulmini-, in caso di incidente nucleare di un sottomarino straniero -mare lucente-.
Neanche fossimo bestiame.
Siamo di fronte ancora una volta a questo basso livello di considerazione? La "gestione dell'emergenza" prevede ancora una volta solo come contare morti e malati? Non ci stiamo ad essere tagliati fuori su decisioni che riguardano la nostra salute.

La fiducia verso le istituzioni, in una democrazia, non può essere cieca per definizione. Ma ora ci viene richiesto un atto di fede. Di cosa le istituzioni si rifiutano realmente di parlare? Cosa c'è di inconfessabile dietro a questo trasporto?


Un cask per trasporti nucleari.
Vogliamo ben sperare che i rischi siano stati ridotti al minimo, ma come possiamo crederlo se il ministero non riesce neanche a dare un nome ai contenitori per il trasporto nucleare? I cask (o flask) non sono davvero un segreto e neanche difficili da capire. Si invocano dati di misurazione dell'ISPRA ma non li si illustra, e se è andato tutto bene sarebbe ottima cosa mostrarli.

Ancora una volta poi si precisa che il "materiale fissile" non sarà per uso militare, ma è come dire che un carico di "polvere da sparo" è per uso civile.
Come cittadini abbiamo a questo punto il dovere di credere solo a ciò che viene dimostrato e non a blande rassicurazioni. E stiamo aspettando da ormai quasi due settimane.

venerdì 14 marzo 2014

La Spezia Arsenale 2062.



La premessa:


La Spezia, anno 2062. Il giovane neo-governatore provinciale Liu Jin Dong, a seguito della dismissione definitiva dell’arsenale marittimo cittadino, finalmente ceduto alla cittadinanza dal Ministero dell’Attacco Italiano, richiede l’aiuto e la fantasia di creativi provenienti da tutto il mondo per riprogettare e rinnovare questa vasta area in disuso. Oramai gli stabili e i piazzali abbandonati sono infestati da piante e cespugli molto alti, mentre i relitti delle vecchie navi da guerra alla fonda arrugginiscono. Dopo la Grande Ripresa, dal mare provengono ormai molti immigrati e i turisti che affollano le strade della città non hanno più spazi dove soggiornare o farsi una bella cena a base di muscoli. Che fare quindi di questi vecchi edifici? Come ripopolare questa zona, più grande della città stessa, in maniera razionale ed ecologica? Questi gli interrogativi del politico italo-cinese, pressato dagli adolescenti vogliosi di farsi un tuffo sotto casa.

Il risultato:


Siamo molto soddisfatti di come sia andata. All'iniziativa ha partecipato gente da tutto il mondo. Nei prossimi giorni vi faremo vedere i progetti selezionati (non vediamo l'ora!), e voi li potrete commentare e votare sui social network e su Nipmagazine che al concorso ha dedicato questo bellissimo articolo (lettura consigliata) e ci aiuterà a portare avanti questa piccola idea un po' folle ma decisamente interessante.  
Non resta che attendere, restate su questi schermi.


Murati Vivi




mercoledì 12 marzo 2014

Help!

Precisiamo che non ci risulta affatto normale, né tranquillizzante, essere costretti a rivolgerci a una compagnia privata straniera per cercare di sapere cosa passa sotto le nostre case e come comportarci in caso d'emergenza. 
Ma sicuramente non possiamo attendere inerti di fronte al silenzio delle nostre istituzioni.

Di seguito il testo inviato alla compagnia di trasporti di materiali nucleari Pacific Nuclear Transport Ltd (PNTL), ad alcune testate giornalistiche britanniche e a Greenpeace.


---------- message ----------
From: Murati Vivi Marola
Date: 2014-03-12 15:29 GMT+01:00

Subject: Nuclear material and PNTL ship in La Spezia (Italy) - Info request: kind of nuclear material and emergency procedures
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Local media are signaling the presence of a PNTL ship (Pacific Egret) in La Spezia military harbour, during the night of 3rd/4th March.
Some witnesses are also reporting personnel in NBC suits loading the ship with nuclear material, very close to buildings of the village named Marola, far only some one hundered yards from the port. Marola is populated by nearly two thousand people.

As you can easily guess, the above mentioned people are afraid of this dangerous type of activity, but they are far more worried of the complete lack of information.
Local civilian and military (navy) authorities refuse to provide any news relevant this transportation and relevant similar possible future transportation.
It appears quite clear that similar activity has already been scheduled for next months.

You surely agree with us: the material managed is very dangerous and its handling and transportation severely jeopardizes the health and even the life of a lot of people, in case of accident.
The prefecture of La Spezia has communicated that relevant data will be issued to the public only after an accident and/or an environment radioactive contamination take place. But without any prior public information about transportation and safety procedures, every emergency management can only result in a fiasco and, most likely, in a disaster.
The PNTL is perceived to agree with this unsatisfactory point of view and, as you can easily guess, the impact for the public image and perception of your company could be very deeply negative.

We believe that, either as an association or simply as citizens, we are entitled to know what happens next to home, to be informed how to protect ourselves in case of the worst possible scenario and how to get complete protection for our beloved ones, particularly the children.

Up to nowdays, as far as we are involved, it appears that, despite a technology high level and well trained personnel, it is impossible to get a 100% protection. About this, surely, no-one can disagree.

So we require to be precisely informed from you, instead of our useless civilian or military authorities, about the material handled, about your future shipping plan in La Spezia and safety procedure in case of accident.

Kind regards.

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lunedì 10 marzo 2014

Ci riguarda: vogliamo sapere


Comunicato inviato ieri alla stampa locale, in risposta alle dichiarazione del sindaco della Spezia, Massimo Federici.
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Le dichiarazioni rese dal sindaco lasciano tutti noi molto perplessi ed ancora più timorosi, poiché di fronte ad un trasporto di plutonio in mezzo alle case, una frase del tipo "dovete stare tranquilli" risulta tremendamente inquietante.


Siamo spaventati dalla leggerezza con cui siamo stati privati del diritto di proteggerci nel migliore dei modi, ad esempio dandoci la possibilità di allontanarci: un livello di sicurezza totale, che nessuna tecnologia e nessun personale addestrato potrà mai garantire. 
Chiediamo che le procedure di simili trasporti siano ben divulgate a tutta la cittadinanza e che soprattutto siano chiari i rischi e le conseguenze di un incidente

Il richiamo a tutte le emergenze ambientali sul territorio del nostro golfo non può essere additato come il tentativo poco serio di fare di tutta l’erba un fascio, quando è espressione di grande timore e segnale di profonda sfiducia nei confronti della politica di gestione del territorio.
E’ necessaria un’attenta fase di informazione, responsabilizzazione e ascolto dei cittadini, non il silenzio e l’esclusione di questi.

Poco importa poi come "altre democrazie" trattano il nucleare. Ma poi quali? La Francia che metteva bombe sulle navi di Greenpeace? Gli Stati Uniti che hanno contaminato intere riserve dei nativi con esperimenti e scorie? La Gran Bretagna che provava le bombe nei territori aborigeni? Israele che sperimentava ordigni insieme al Sudafrica dell'apartheid? Lasciamo al Sindaco la scelta del modello "nuclear-democratico" fatto di soprusi che vorrebbe importare alla Spezia.

Vogliamo che il piano d'emergenza stilato dalla Prefettura sia reso pubblico nei minimi dettagli, Spezia ha già vissuto l'esperienza del piano d'emergenza nucleare della Marina Militare, segreto e del tutto insufficiente a gestirne una.

Inoltre chiediamo le dimissioni del Sindaco, in quanto affermare che la segretezza sia un valore democratico atto a garantire la sicurezza e, immediatamente dopo dire che mi preme poi sottolineare che non siamo negli anni settanta e ottanta, quando presenze nucleari, ma di tipo bellico, pare interessassero frequentemente per lunghi periodi il nostro golfo nel silenzio di tutti, autorità comprese” è un chiaro sintomo di totale mancanza di crediblità.
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venerdì 7 marzo 2014

Radiazioni e istituzioni




Le spaventose vicende di questi giorni relative al traffico di materiale nucleare nella città della Spezia mettono il luce gravi situazioni. Di seguito il comunicato inviato alla stampa locale, oggi alle 15.42:
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L'arsenale militare è di fatto diventato più che mai un crocevia di materiali nocivi; dopo le risibili dichiarazioni dell'ammiraglio Toscano sulla situazione a Campo in Ferro, constatiamo la posizione pilatesca di fronte a trasporti ad alto rischio per la popolazione così come il fatto che la Marina abbia la smania di cacciare i Marolini dal porticciolo di S.Vito, ma abbia le porte ben aperte per traffici di materiale radioattivo altamente pericoloso. Le aree militari sono un evidente motivo di gravi pericoli per gli abitanti, devono essere volte al più presto ad un uso civile per assicurare a tutti maggiore tutela.

La prefettura si sta autodelegittimando: le dichiarazioni di oggi sono inaccettabili. Non si capisce se il concetto di "materiale fissile non irraggiato" tradisca più l'ignoranza di fisica o la paura di definire con precisione il carico. Si deve divulgare tutto e nei minimi dettagli, documenti alla mano perché non riponiamo alcuna fiducia nelle dichiarazioni non provate di chi espone in segreto la gente al rischio di contaminazione radioattiva. Deve essere chiara l'identità della nave[*], la sua destinazione e lo scopo dell'intera operazione. Affermazioni circa "l'uso civile" di materiale fissile sono poi da rigettare completamente.
Scandaloso nascondersi dietro a norme che la prefettura non illustra e che sono contrarie al buon senso: avvertire la popolazione solo dopo che sia stata contaminata non è sicurezza, ma follia. E se si tratta di plutonio, ricordiamo che è una contaminazione di fatto eterna.
Forlani farebbe bene a dimettersi ora, prima di affossare l'intera prefettura e con essa la credibilità delle istituzioni tutte.
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[*] più recenti notizie sulla stampa locale la identificano come Pacific Egret, britannica.

giovedì 6 marzo 2014

Carnevale NBC

"Carnevale NBC", perché da noi a carnevale si indossano costumi strani e si fanno sfilate di materiale detto NBC (nucleare-batteriologico-chimico).
La Marina Militare, come sempre, si smarca dagli eventi: loro hanno soltanto fornito l'appoggio logistico, mezzi, moli. L'operazione non era della Marina. E quindi non era compito loro quello di preoccuparsi di avvisare la popolazione di un carico pericoloso, né quello di dare spiegazioni di nessun tipo. 
Sono lì per difenderci, in teoria, ma quando c'è da farlo se ne lavano rapidamente le mani.
Ma questa negazione di responsabilità ci dice altro: la notte di lunedì 3 sotto le case della gente, tenuta all'oscuro, non è passato un carico di esplosivi convenzionali, da sempre trasportati con disinvoltura e una dose richiesta di coraggio, precauzioni e capacità alla portata perfino della Marina Militare spezzina.
Si tratta indubbiamente d'altro, e le voci corrono: materiale chimico o nucleare, forse Cesio 137, radioattivo e cancerogeno, addirittura si parla di Plutonio, radioattivo e altamente tossico, o, forse peggio ancora, di armi chimiche.

Di gravissimo c'è che si facciano certi trasporti a ridosso delle case. Di incredibilmente grave c'è che nessuno sia stato avvisato: se qualcosa fosse andato storto, nulla - nulla! - avrebbe potuto evitare la contaminazione di case e persone. E pensiamo che sia diritto di chiunque decidere se affrontare un simile rischio, o  proteggersi oltre ogni possibile dubbio allontanandosi o allontanando i più piccoli. Siamo stati costretti a vedere sfilare un carico simile senza avere la possibilità di proteggere noi stessi o almeno i bambini. Quale malinteso senso di autorità ci ha privato del diritto di decidere per la nostra salute e quella dei nostri cari? Quale arroganza ci ha privato dell diritto di sapere cosa ci viene fatto accadere attorno?

Fuori da ogni concezione, poi, i silenzi omertosi delle istituzioni. Alla Marina ci siamo abituati, ma spicca la new entry della prefettura, evidentemente informata nei dettagli: dichiara che non dichiarerà nulla. Un ottimo modo per distruggere la credibilità e l'affidabilità della prefettura da dentro, con quel pizzico di ridicolo che non può mancare.
Il sindaco, invece, è ormai noto per gli sbagli che capirà in ritardo, ma che non ammetterà. Pertanto le aspettative corrispondono al quadro delle avvilenti dichiarazioni: non sa nulla perché i sindaci vengono informati solo in caso di rischio per gli abitanti. E quindi Federici deve aver dedotto al volo che non c'era nessun rischio. Tra tre mesi, gli sarà chiaro l'inghippo.

Ma sono silenzi che dicono di peggio: stanno zitti perché vogliono ripetere la bravata, oppure il carico e il modo in cui è stato gestito hanno caratteristiche inconfessabili. Ma ciò che è inconfessabile è anche incompatibile con le istituzioni.
Quindi o certa gente si dimette - e al volo - o le stesse istituzioni imploderanno da dentro. Chi potrà più relazionarsi seriamente con rappresentanti di omertà e non dello Stato?
Nel contempo dovrà venire fuori per chi e cosa si trasportava, con dovizia di dettagli e documenti. Fondamentali i documenti. Perché ormai la fiducia è rotta. E l'unica carta per recuperarla è solo la trasparenza, quella fatta bene, s'intende.


Questo sì che è un vero carnevale, con maschere incredibili: il militare di marina che non c'entra mai nulla ma collabora a traffici di scorie o chissà che, il prefetto con la bocca cucita, il sindaco imbelle. Ce n'è abbastanza per il lancio turistico. E non scordate la maschera antigas, ma col filtro giusto! Se no è inutile.

mercoledì 5 marzo 2014

Carichi di sospetti

Un chiacchiericcio incessante, giornali andati a ruba, una borgata in subbuglio.
Ecco come si è ritrovata Marola stamattina.
Naturale, verrebbe da dire, in quanto la notte scorsa è stato avvistato un trasporto “sospetto” scortato da polizia e carabinieri destinato all’interno della base militare, al molo Varicella, per la precisione.
Il fatto che suscita scalpore è che da quanto riferito dai pochi testimoni oculari, gli addetti al trasporto indossavano tute e caschi di fattezze strane, come se il carico in qualche modo potesse provocare danni alla salute dei trasportatori.
Allora la domanda che tutta la popolazione si è posta è la seguente: cosa è stato trasportato, scaricato ed in seguito caricato sulla nave che attendeva al molo Varicella?
Ma non solo: forti dubbi permangono anche sull’identità della nave, che presentava una forte somiglianza, non solo nella colorazione, con quella caricata di armi chimiche siriane (20 t di iprite): la Ark Futura.

Ark Futura


articolo di Sondra Coggio
Legittimamente tutti ci siamo posti dei dubbi sulla natura del trasporto e del trasportato; dubbi che scaturiscono dalla paura che nella base navale della nostra città possa esistere un traffico di armi chimiche e sostanze radioattive.
Se la cosa fosse vera, allora avremmo un grosso problema.
Problema che non sussiste per le autorità, sia civili che militari, che hanno fatto passare il tutto nel silenzio più assoluto, come a significare che la sicurezza e la salute pubbliche non siano di competenza dell’Amministrazione comunale, la quale è garante della salute dei cittadini, e della Marina Militare, la quale è garante della sicurezza.
La paura più grande è che questo fatto, nel caso si trattasse realmente di quanto supposto da cittadini e giornali, possa essere collegato ad altri “scandali” nostrani.
Come quello della Jolly Rosso.
Oppure quello del Moby Prince.
Restano comunque solo illazioni scaturite dalla paura e dalla completa disinformazione.
Per questo è necessaria la dovuta trasparenza da parte delle istituzioni locali; trasparenza che non c’è mai stata finora.

Oggi è giunta l’ora


mercoledì 5 febbraio 2014

Saluti da Cardiff



Riportiamo l'articolo di CDS sulla delegazione che abbiamo inviato in osservazione a Cardiff ad imparare l'arte ed i segreti dello sfondamento


La Spezia - Il rosso dei gallesi, l'azzurro degli italiani e l'arancione dei marolini. Una macchia orange al Millenium Stadium di Cardiff, capitale del Galles, in occasione del match di Sei Nazioni disputato lo scorso sabato, che ha visto l'Italia perdere di misura. Era quella di un gruppo di tifosi spezzini che sono volati nella piccola repubblica britannica per assistere all'esordio della massima competizione mondiale per nazioni di rugby. Con loro anche i vessilli dell'associazione marolina che si batte per liberare la borgata marinare dalle servitù militari e dai muri che la dividono dal mare.

Il golfo dei veleni (Sondra Coggio-Cut Up Ed.)



Penso sia  naturale avere invidia delle grandi città quando si è ragazzini, soprattutto se si proviene da una piccola città come Spezia.
Artisticamente non c’è paragone con Firenze, Roma e praticamente tutti i capoluoghi di provincia italiani. Poi c’è lo sport, diviso tra Milano e Torino. Ed infine la cultura con Venezia e Genova.
Sì, l’elenco è abbastanza lacunoso.
Da adolescente partecipavo alla rubrica di recensione di libri della scuola.
Quali libri recensivo? Tutti i libri, senza distinzione, che ogni libro, anche il più stupido, ha una propria dignità.
Ora, che l’adolescenza è passata da un po’ di tempo, i libri li scelgo con cura, facendo molte distinzioni. Certe volte li trovo in situazioni e luoghi  diversi dalla classica libreria.
Esattamente come è capitato qualche tempo fa, al Dialma Ruggero, in occasione di un concerto molto carino.

In questo libro si racconta la storia di Natale De Grazia, ufficiale della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, ucciso mentre indagava sul sistema dei traffici di rifiuti tossici in Italia.
Leggendo il libro si viene a scoprire che Spezia è stato (e probabilmente è ancora) uno degli svincoli principali dello smercio illegale dei rifiuti provenienti dalle più disparate realtà (principalmente industrie, ma anche altre sostanze inquinanti provenienti da altri paesi) ed indirizzati verso i paesi africani.
Molto spesso, però, i rifiuti vengono affondati nel Mediterraneo insieme al contenitore metallico che li trasporta: navi, le definisce il vocabolario; carrette, l’opinione pubblica, ovvero navi che risultano trovarsi in condizioni fatiscenti ed approntate per l’occasione.
La giornalista, dati alla mano provenienti dalle indagini e dai rapporti di varie Procure, racconta di come, in questo scandalo tutto italiano, vadano ad intrecciarsi gli interessi di imprenditori senza scrupoli e privi di etica e dei soliti delinquenti delle varie famiglie criminali italiane.
Spezia è diventata improvvisamente il centro di uno scandalo di livello internazionale.

Dovrei esserne contento perché finalmente ha trovato un posto tra gli avvenimenti socio-politici che contano. Invece non lo sono, per ovvie ragioni.
È come se avessero disilluso l’adolescente che ero un tempo.
Ed hanno ammazzato un uomo, anzi, un Uomo, con l’iniziale maiuscola.
Perché le capitanerie di porto, le marine, le forze armate in genere avrebbero bisogno di uomini così, ligi al dovere ma, in modo particolare, agli ideali di giustizia ed onestà.
Spezia gli ha attribuito la cittadinanza onoraria.
Magra consolazione, anche se dovuta.
Noi possiamo solo augurarci che le future generazioni di ufficiali prendano spunto dalla storia del De Grazia, perché a Spezia ce ne sarebbe un gran bisogno.
Non posso che concludere con una citazione proveniente da uno di quei libri letti da adolescente, direttamente da Brecht"Sventurata la terra che ha bisogno di eroi"

Un saluto alla famiglia De Grazia ed  un grazie a Sondra Coggio.

sabato 25 gennaio 2014

Navi, veleni, armi: il caso La Spezia.

Si è tenuto il 23 gennaio scorso l'incontro pubblico organizzato da Legambiente (che ringraziamo per l'invito e per il costante appoggio) sul terribile caso delle navi dei veleni, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al Capitano Natale De Grazia, avvelenato durante il suo tragitto verso Spezia, città che conosceva bene e dove stava venendo ad indagare sui traffici di rifiuti.
Di quasi tutti gli interventi, interessantissimi e forti, si può trovare facilmente traccia sul web, nei siti della stampa locale.
Del nostro, invece, no. Capita. Siccome però ci teniamo a dare al meglio il nostro piccolo contributo a fianco di altri ben più grandi contributori, lo riscriviamo qui a grandi linee.

Campo in Ferro - Panorama.
 -Campo in Ferro e la sua sporca storia, discarica sempre dimenticata di fronte all'ecomostruosità di Pitelli, perché in zona militare, in zona da troppo tempo dimenticata dalla memoria e dalla coscienza collettiva locale. E ancora oggi facile da dimenticare. Ma c'è. Con il suo curriculum di uranio impoverito, amianto, sorgenti radioattive, materiale contaminato dalle radiazioni, olii e idrocarburi come se piovessero con concetrazioni migliaia di volta sopra il limite consentito per le aree industriali. Tutto inquinato fin sotto il livello del suolo, fin sotto il livello del mare. Mare che non è solo a due passi, ma che sarebbe la vera condizione naturale di quel tratto di costa: la punta della Polla di Cadimare, dove la risorgiva d'acqua dolce continua a sgorgare sotto l'interramento di rifiuti con effetti che è elementare dedurre.
I teli stesi su Campo in Ferro, dopo la rimozione dei rifiuti di superficie, possono evitare che le sostanze siano dilavate in mare dalla pioggia o che evaporino finendo nei nostri polmoni, ma sicuramente non fermano l'acqua che sgorga da sotto terra e arriva al mare filtrando dal cuore nascosto della discarica.
Si stima che la bonifica richieda 10 milioni di euro. Una bonifica che dovrebbe essere a carico della Marina Militare e che, come conseguenza, non ha mai avuto minimamente luogo. Dopo proposte di tombamento, la Marina oggi al massimo vagheggia di vari metodi di bonifica che non sempre prevedono la rimozione degli inquinanti.

Campo in Ferro - inquinanti tra case mare.
È pertanto ancora più amaro accogliere alla Spezia un nuovo cittadino, sì, ma dolorosamente alla memoria; un uomo in divisa che è stato assassinato perché adempiva al proprio dovere. Perché altri uomini in divisa, che i Murati Vivi hanno incontrato in tre anni, del dovere ben meno rischioso di pulire e difenderci dai rifiuti parlano invece controvoglia (se ne parlano). E in 11 anni non hanno fatto ancora nulla in proposito.
La scusa è che mancano soldi, ma a ben vedere il viaggio della "portaerei" Cavour, che fa da bancherella per armi e altre mercanzie tra Golfo Persico e Africa, costa 7 milioni. Senza dimenticare la vergognosa ricerca all'ultimo minuto di bambini bisognosi, per dare una parvenza umanitaria al viaggetto.
Non era meglio spenderli per un 70% di bonifica qui? Ma sappiamo che le priorità in certi ambienti sono altre.
Così come sappiamo che un ufficiale come De Grazia ci rappresenterebbe, altri ufficiali davvero no.-

martedì 21 gennaio 2014

Intervista a Freud

I cambiamenti sono sempre una fase delicata per le persone. a volte i territori cambiano di colpo senza dare il tempo di metabolizzare i mutamenti. Un muro psicologico, ad esempio, continua ancora oggi a dividere l'est e l'ovest della Germania. Consci dell'importanza del fattore psicologico nei processi di cambiamento di intere città e territori, abbiamo pensato di chiedere un parere direttamente a Sigmund Freud.


Murati Vivi - professor Freud, cosa si può dire dell'attuale situazione alla Spezia, siamo pronti a pensare e vivere un cambiamento così importante e carico di potenzialità come la restituzione alla fruizione pubblica delle aree militari inutilizzate dalla marina?

Freud - La città ospita due linee di pensiero, una che è pronta e vuole il cambiamento e lo dichiara apertamente. L'altra che  invece non è assolutamente pronta e cerca in tutti i modi di negare le trasformazioni che sono già in atto.

MV - ma se sono già in atto, come si può negarle?

F - Basta non farlo apertamente, utilizzare scuse vaghe, come non meglio precisate questioni strategiche, impossibilità burocratiche o facendo lo scaricabarile per le competenze. Se messi alle strette si può arrivare a dire che una realtà diversa dall'attuale non può esistere, invocando ogni alternativa come un'utopia. Si tratta di un comportamento tipico e molto comune dettato dalla paura che ogni cambiamento genera.

MV - ma ad un certo punto si deve per forza accettare una realtà che cambia...

F - Di solito, ma non è detto. ad esempio al cadere dei regimi vi sono persone che si chiudono nel passato e contnuano a vivere come se nulla fosse cambiato. Potrebbe succedere anche da voi alla Spezia.

MV - speriamo di no! e come possiamo capire a che punto di chiusura sono le persone che rifiutano il cambiamento palese?

F - Dalle dichirazioni sui giornali si possono cogliere interessanti segnali. non per quello che viene detto...
che è prevedibile e vuoto come i dialoghi di una fiction. ma per quello che, involontariamente, si comunica tra le righe. Ad esempio ricordo di aver colto un segnale curioso: le critiche sull'attuale situazione delle zone militari sono state definite da qualcuno "solito tormentone contro la marina".

MV - sembra solo una frase per non entrere nel merito, l' "astuzia" che abbiamo visto usare spesso in tv da vari politici: "ma è il solito argomento!" e non si risponde.
ma non si può invocare la noia quando ti ricordano che c'è un problema irrisolto. è un vecchio trucco e pure un errore argomentativo. e poi il lavoro dei politici e rappresentanti delle istituzioni dovrebbe essere ascoltare e cercare soluzioni...


F - Sì, sì. Mi spiego meglio: non esiste alla Spezia nessun tormentone contro la marina, ne parlate più intensamente da appena tre anni e sempre in modi diversi, la cosa interessante è che qualcuno arrivi a inventarsi che esista, un tormentone!
Questa invenzione ci dice già tantissimo: chi fa simili dichiarazioni ci crede! Sente davvero il tormentone. Che se ne parli poco o niente in molti, ufficiali o ex-ufficiali di marina, sentono continuamente il tormento di una richiesta della popolazione, dovunque siano, qualunque cosa facciano. Non riescono più a far finta come un tempo che il problema non esista, si sentono accerchiati. sono incalzati da una preoccupazione enorme al riguardo. E sappiamo che la preoccupazione è tanto più grande quanto è più lunga la coda di paglia.

MV - in effetti quando in arsenale crescono i pini sui tetti, quando esistono realtà turistico-balneari in zone militari proibite agli spezzini come a Maralunga, la coda di paglia deve essere chilometrica. aree strategiche le chiamano. che certo la forza armata non è disposta a cedere... se no dove vanno al mare? invece la discarica di campo in ferro sono pronti a restituirla subito così com'è, guarda caso.

F - Scelte dettate dallo spirito di abnegazione nel servire la Patria, da nobiltà di intenti. non c'è dubbio! [ride]

MV - la nostra preoccupazione invece è che dopo tre anni di sensibilizzazione sul problema, non sia cambiato nulla...

F - Al contrario, in tantissime dichiarazioni trovo il segno che c'è molto di nuovo nella vostra città. Soprattutto per i tanti che fino all'anno scorso andavano  in giro a dire (e ci credevano davvero!) che "Spezia era stata fondata dalla marina". Questo sì un vero tormentone tradizionale, forse retaggio di sogni di grandezza simil-coloniali... Era una storia falsa. E le storie false si inventano per fare una bella figura che non si merita: segno di forte insicurezza, di bisogno di una legittimazione evidentemente impossibile di fronte alla storia, ma così agognata da ricorrere alla bugia. Questo modo di dire è scomparso lasciando tutta una serie di persone prive di una stampella psicologica importante.

MV - e l'altro vero tormentone spezzino "la marina ci ha dato da mangiare"?

F - È diventato una rarità e sta assumendo un tono sarcastico e irriverente, tipico dell'ironia locale. Anche perché mi pare che col cibo abbiano servito pure l'amianto...
Con questi due esempi voglio sottolineare che la questione è delicata, per queste persone si tratta di un momento psicologicamente tragico: in molti si vedevano alla Spezia come degli pseudofondatori e benefattori, si sentivano di aver portato civiltà e cibo in una terra di selvaggi affamati -anche se in cuore avevano in realtà il dubbio che il golfo fosse abitato ai tempi.- e poi, ops, all'improvviso non è più vero. Costretti ad aprire gli occhi sulla realtà, non solo non si sentono più fondatori ma scoprono di aver distrutto, espropriato e inquinato. E oggi si sentono additati come chi occupa troppi posti in un locale pieno, dicendo che aspetta amici. amici che non arrivano mai. Amici che, a un certo punto, sarà chiaro che non esistono.

MV - in realtà attendono con terrore il momento in cui qualcuno, terminata la pazienza, si prederà i posti occupati fino ad allora senza motivo. un momento che arriverà per certo. ma che tenteranno di rimandare il più possibile.

F - Esattamente.

MV - come ci consiglia di interagire con questa mentalità?

F - Cercheranno di rifuggire ogni interazione per prendere tempo. Per il loro bene non andrebbero assecondati. In realtà vogliono semplicemente stare tranquilli, fate loro capire che la vita potrà solo migliorare con la restituzione delle aree inutilmente occupate dalla marina e ricordate che più si agitano e si inalberano e più vi stanno inconsciamente chiedendo aiuto.