C'è chi lo alza tagliando lamiere e chi lo crea per fermare la fiamma ossidrica che riduce a pezzi tutto, anche noi stessi, legati alle nostre case e appesantiti dall'odore acre di sporco.
Cosa dirà il Sindaco che pensa sempre ai bei tempi,cosa dirà difronte a questo schiaffo che la Marina Militare spalma sul nostro futuro.
Un sindaco che non parla nel polverone per non rischiare di dare un pugno alla persona sbagliata.
Nel polverone c'era anche quel bambino affascinato,durante l'ora di italiano,dalle ruspe che tranciano il ferro come burro e dalle fumate blu che riempiono il cielo.
Riempiono il cielo di responsabilità e di fatti oscuri che succhiano la vita della gente.
In che mondo siamo se esperti e uomini d'onore ci dicono che è possibile non avere rispetto delle persone se ciò che ci divide da loro è un muro,una zona militare e strategica.
Strategica come la bettolina che si trascinava sul cemento come una balena sfinita.
Strategica e compatibile con la ricreazione di una scuola materna.
C'era di tutto nel polverone,anche noi, dispersi in uffici pieni di fantasmi che si giustificavano riempiendoci di numeri inesistenti e sbagliati.
Murati Vivi che si risentivano, finalmente, in paese, a imprecare e attaccare la solita chiamata al rispetto,rispetto di Maoa e di chi riempie le case della borgata senza mare.
L'ammiraglio che nel polverone non si saprà mai che parte faceva,se quella del comandante che salva i passeggeri o quella del passeggero che aspetta di scendere.
Nei discorsi che risaltavano nelle stanze del palazzo non si parlava di bambini, non si parlava di buon senso....si parlava di demolizioni a norma di legge.
Legge che dovrebbe aiutare quel genitore che porta il figlio a scuola costringendolo a respirare un po di Bettolina.
Nel polverone ci siete anche voi che giudicate il nostro integralismo con superficialità e vi permettete di stuprare quello che ci appartiene.
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