martedì 21 gennaio 2014

Intervista a Freud

I cambiamenti sono sempre una fase delicata per le persone. a volte i territori cambiano di colpo senza dare il tempo di metabolizzare i mutamenti. Un muro psicologico, ad esempio, continua ancora oggi a dividere l'est e l'ovest della Germania. Consci dell'importanza del fattore psicologico nei processi di cambiamento di intere città e territori, abbiamo pensato di chiedere un parere direttamente a Sigmund Freud.


Murati Vivi - professor Freud, cosa si può dire dell'attuale situazione alla Spezia, siamo pronti a pensare e vivere un cambiamento così importante e carico di potenzialità come la restituzione alla fruizione pubblica delle aree militari inutilizzate dalla marina?

Freud - La città ospita due linee di pensiero, una che è pronta e vuole il cambiamento e lo dichiara apertamente. L'altra che  invece non è assolutamente pronta e cerca in tutti i modi di negare le trasformazioni che sono già in atto.

MV - ma se sono già in atto, come si può negarle?

F - Basta non farlo apertamente, utilizzare scuse vaghe, come non meglio precisate questioni strategiche, impossibilità burocratiche o facendo lo scaricabarile per le competenze. Se messi alle strette si può arrivare a dire che una realtà diversa dall'attuale non può esistere, invocando ogni alternativa come un'utopia. Si tratta di un comportamento tipico e molto comune dettato dalla paura che ogni cambiamento genera.

MV - ma ad un certo punto si deve per forza accettare una realtà che cambia...

F - Di solito, ma non è detto. ad esempio al cadere dei regimi vi sono persone che si chiudono nel passato e contnuano a vivere come se nulla fosse cambiato. Potrebbe succedere anche da voi alla Spezia.

MV - speriamo di no! e come possiamo capire a che punto di chiusura sono le persone che rifiutano il cambiamento palese?

F - Dalle dichirazioni sui giornali si possono cogliere interessanti segnali. non per quello che viene detto...
che è prevedibile e vuoto come i dialoghi di una fiction. ma per quello che, involontariamente, si comunica tra le righe. Ad esempio ricordo di aver colto un segnale curioso: le critiche sull'attuale situazione delle zone militari sono state definite da qualcuno "solito tormentone contro la marina".

MV - sembra solo una frase per non entrere nel merito, l' "astuzia" che abbiamo visto usare spesso in tv da vari politici: "ma è il solito argomento!" e non si risponde.
ma non si può invocare la noia quando ti ricordano che c'è un problema irrisolto. è un vecchio trucco e pure un errore argomentativo. e poi il lavoro dei politici e rappresentanti delle istituzioni dovrebbe essere ascoltare e cercare soluzioni...


F - Sì, sì. Mi spiego meglio: non esiste alla Spezia nessun tormentone contro la marina, ne parlate più intensamente da appena tre anni e sempre in modi diversi, la cosa interessante è che qualcuno arrivi a inventarsi che esista, un tormentone!
Questa invenzione ci dice già tantissimo: chi fa simili dichiarazioni ci crede! Sente davvero il tormentone. Che se ne parli poco o niente in molti, ufficiali o ex-ufficiali di marina, sentono continuamente il tormento di una richiesta della popolazione, dovunque siano, qualunque cosa facciano. Non riescono più a far finta come un tempo che il problema non esista, si sentono accerchiati. sono incalzati da una preoccupazione enorme al riguardo. E sappiamo che la preoccupazione è tanto più grande quanto è più lunga la coda di paglia.

MV - in effetti quando in arsenale crescono i pini sui tetti, quando esistono realtà turistico-balneari in zone militari proibite agli spezzini come a Maralunga, la coda di paglia deve essere chilometrica. aree strategiche le chiamano. che certo la forza armata non è disposta a cedere... se no dove vanno al mare? invece la discarica di campo in ferro sono pronti a restituirla subito così com'è, guarda caso.

F - Scelte dettate dallo spirito di abnegazione nel servire la Patria, da nobiltà di intenti. non c'è dubbio! [ride]

MV - la nostra preoccupazione invece è che dopo tre anni di sensibilizzazione sul problema, non sia cambiato nulla...

F - Al contrario, in tantissime dichiarazioni trovo il segno che c'è molto di nuovo nella vostra città. Soprattutto per i tanti che fino all'anno scorso andavano  in giro a dire (e ci credevano davvero!) che "Spezia era stata fondata dalla marina". Questo sì un vero tormentone tradizionale, forse retaggio di sogni di grandezza simil-coloniali... Era una storia falsa. E le storie false si inventano per fare una bella figura che non si merita: segno di forte insicurezza, di bisogno di una legittimazione evidentemente impossibile di fronte alla storia, ma così agognata da ricorrere alla bugia. Questo modo di dire è scomparso lasciando tutta una serie di persone prive di una stampella psicologica importante.

MV - e l'altro vero tormentone spezzino "la marina ci ha dato da mangiare"?

F - È diventato una rarità e sta assumendo un tono sarcastico e irriverente, tipico dell'ironia locale. Anche perché mi pare che col cibo abbiano servito pure l'amianto...
Con questi due esempi voglio sottolineare che la questione è delicata, per queste persone si tratta di un momento psicologicamente tragico: in molti si vedevano alla Spezia come degli pseudofondatori e benefattori, si sentivano di aver portato civiltà e cibo in una terra di selvaggi affamati -anche se in cuore avevano in realtà il dubbio che il golfo fosse abitato ai tempi.- e poi, ops, all'improvviso non è più vero. Costretti ad aprire gli occhi sulla realtà, non solo non si sentono più fondatori ma scoprono di aver distrutto, espropriato e inquinato. E oggi si sentono additati come chi occupa troppi posti in un locale pieno, dicendo che aspetta amici. amici che non arrivano mai. Amici che, a un certo punto, sarà chiaro che non esistono.

MV - in realtà attendono con terrore il momento in cui qualcuno, terminata la pazienza, si prederà i posti occupati fino ad allora senza motivo. un momento che arriverà per certo. ma che tenteranno di rimandare il più possibile.

F - Esattamente.

MV - come ci consiglia di interagire con questa mentalità?

F - Cercheranno di rifuggire ogni interazione per prendere tempo. Per il loro bene non andrebbero assecondati. In realtà vogliono semplicemente stare tranquilli, fate loro capire che la vita potrà solo migliorare con la restituzione delle aree inutilmente occupate dalla marina e ricordate che più si agitano e si inalberano e più vi stanno inconsciamente chiedendo aiuto.

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