Penso sia naturale avere invidia delle grandi città quando si è ragazzini, soprattutto se si proviene da una piccola città come Spezia.
Artisticamente non c’è paragone con Firenze, Roma e praticamente tutti i capoluoghi di provincia italiani. Poi c’è lo sport, diviso tra Milano e Torino. Ed infine la cultura con Venezia e Genova.
Sì, l’elenco è abbastanza lacunoso.
Da adolescente partecipavo alla
rubrica di recensione di libri della scuola.
Quali libri recensivo? Tutti i libri,
senza distinzione, che ogni libro, anche il più stupido, ha una propria
dignità.
Ora, che l’adolescenza è passata da un
po’ di tempo, i libri li scelgo con cura, facendo molte distinzioni. Certe
volte li trovo in situazioni e luoghi
diversi dalla classica libreria.
Esattamente come è capitato qualche
tempo fa, al Dialma Ruggero, in occasione di un concerto molto carino.
Il libro in questione s’intitola “Il Golfo dei Veleni”, della giornalista Sondra Coggio, Cut-up Edizioni.
In questo libro si racconta la storia
di Natale De Grazia, ufficiale della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria,
ucciso mentre indagava sul sistema dei traffici di rifiuti tossici in Italia.
Leggendo il libro si viene a scoprire
che Spezia è stato (e probabilmente è ancora) uno degli svincoli principali
dello smercio illegale dei rifiuti provenienti dalle più disparate realtà
(principalmente industrie, ma anche altre sostanze inquinanti provenienti da altri paesi) ed indirizzati verso
i paesi africani.
Molto spesso, però, i rifiuti vengono
affondati nel Mediterraneo insieme al contenitore metallico che li trasporta:
navi, le definisce il vocabolario; carrette, l’opinione pubblica, ovvero navi
che risultano trovarsi in condizioni fatiscenti ed approntate per l’occasione.
La giornalista, dati alla mano
provenienti dalle indagini e dai rapporti di varie Procure, racconta di come,
in questo scandalo tutto italiano, vadano ad intrecciarsi gli interessi di
imprenditori senza scrupoli e privi di etica e dei soliti delinquenti delle
varie famiglie criminali italiane.
Spezia è diventata improvvisamente il
centro di uno scandalo di livello internazionale.
Dovrei esserne contento perché
finalmente ha trovato un posto tra gli avvenimenti socio-politici che contano.
Invece non lo sono, per ovvie ragioni.
È come se avessero disilluso
l’adolescente che ero un tempo.
Ed hanno ammazzato un uomo, anzi, un
Uomo, con l’iniziale maiuscola.
Perché le capitanerie di porto, le
marine, le forze armate in genere avrebbero bisogno di uomini così, ligi al
dovere ma, in modo particolare, agli ideali di giustizia ed onestà.
Spezia gli ha attribuito la
cittadinanza onoraria.
Magra consolazione, anche se dovuta.
Noi possiamo solo
augurarci che le future generazioni di ufficiali prendano spunto dalla storia
del De Grazia, perché a Spezia ce ne sarebbe un gran bisogno.
Non posso che concludere con una
citazione proveniente da uno di quei libri letti da adolescente, direttamente
da Brecht: "Sventurata la terra che ha bisogno di eroi"
Un saluto alla famiglia De Grazia
ed un grazie a Sondra Coggio.
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