Mentre andavo verso la città c'era un fila immensa,la gente fuori dalle macchine come se tutto fosse fermo da ore,ma la fila scorreva, grazie al mio motorino scavalcavo l'ingorgo.
Poi la causa della fila si presentò ai miei occhi,una chiazza fresca di sangue sull'asfalto,i vigili occupati a prendere misure e la gente innervosita dall'attesa.
Mentre mi lasciavo alle spalle l'ingorgo pensavo a tutte quelle persone,conoscenti o compaesani che hanno perso la vita sul quel pezzo di strada maledetto che ogni anno regala il suo bollettino di feriti,contusi e crepati.
Mi incazzavo mentre mettevo il motorino sul cavalletto all'arrivo perché sapevo che la soluzione era dietro a un muro che siamo costretti a seguire per arrivare a casa,che siamo costretti a sopportare nonostante il degrado che esso nasconde.
La rabbia poi viene dopo,quando vedi il morto o il suo sangue che secca sulla strada,quando vedi il dolore di parenti e amici,insomma,quando è troppo tardi per fare qualcosa.
Mi incazzo due volte a immaginare una strada parallela a un'altra,una piena di traffico e una in cui si fa fatica a vedere una macchina passare,esiste un senso in questa continua indifferenza?
La sofferenza nel vedere del sangue sull'asfalto mi ha fatto pensare alla lapide, nel cimitero del paese, di quel bambino morto di leucemia,mi ha fatto anche ricordare quell'amico che rischia di morire per la solita malattia,infine per lasciarmi con l'amaro in bocca mi ha messo davanti tutti quegli anziani morti di tumore.
Scusate l'orribile e contorta descrizione del mio lungo pensiero,ma sono collegamenti spontanei.
C'è qualcosa,ancora, che non funziona,c'è qualcosa che quel muro piano piano infila nella nostra vita,c'è qualcosa che direttamente o indirettamente condiziona la nostra ''fortuna''.
Non voglio divagare sulla solita questione morale,stavamo parlando di quel ragazzo,che nonostante,forse,la sua imprudenza ha perso la vita sotto quel muro ormai a pezzi.
Quanta gente dovrà ancora morire prima che i grandi capi dall'altra parte si accorgano di quello che sta succedendo.
Eppure avranno sentito il colpo di quella moto.
Non ritengo responsabile nessuno,ritengo colpevole invece l'immobilismo e l'indifferenza che avvolge la Marina Militare e le istituzioni,nessuno si accorge del cittadino che crepa.
Mi incazzo tre volte con chi ci dice di mettere via la speranza,di allentare la presa perchè il processo di cessione delle aree è lungo e tortuoso.
Quanto vale l'attesa?quanto vale invece la determinazione e la costanza'
Dicono che siamo voti,dicono che siamo miliardari,dicono che siamo ignoranti e fastidiosi.
Dicono tante cose.
Nessuno capisce però che i Murati Vivi non vogliono fare la fine dei topi,quelli che camminano e mangiano sul muro,quelli che vivono senza accorgersi del danno che subiscono.
Se quel ragazzo non seguiva il muro,se quel bambino non respirava morte o se quell'anziano moriva di vecchiaia non saremmo qua sputarvi in faccia la realtà.
È un po' come dire
Se mio nonno aveva l'elica era l'Andrea Doria
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