martedì 6 novembre 2012

Una misteriosa simbiosi


Un giornale cartaceo ci informa che domenica, 4 novembre, è avvenuta una "simbiosi" tra Forze Armate e città.
Meno male hanno fatto l'articolo. Da Marola infatti non si vedeva la simbiosi, complice il muro troppo alto, evidentemente. Strano perché una collaborazione proficua, con vantaggi reciproci, tra una città e un'intera Forza Armata si dovrebbe vedere nonostante i muri di cemento.
Avranno aperto la sede per l'università in qualche caserma vuota? Avranno aperto l'ospedale militare (vuoto) magari con qualche macchina medicamentosa che manca alla Spezia?
Magari un accordo sulla bonifica di Campo in Ferro?
No: una cerimonia, l'entrata gratis al museo navale, la visita a qualche nave e una passata di propaganda per i più piccoli alla piscina Mori. (Vanno educati da piccoli alla simbiosi, si sa)

E dov'è la collaborazione e il vantaggio per la città? Cosa ha fatto la Marina per ingombrare meno costa e territorio con le sue aree in disuso? Cosa porta una giornata con un po' di turismo militare e, alla meno peggio, nautico-museale? Uh, immaginiamo le ricadute positive di una simile "simbiosi" di basso profilo e a senso unico... e il famoso "indotto" a cui siamo abituati.

Shhh! Non rompete l'incantesimo! l'importante è dirlo: a Spezia con la marina militare va tutto bene.
Magari per magia le parole diventano realtà! Vi ricordate La Russa? "Non voglio più sentire che a Spezia c'è una città nella città (l'arsenale)" e con questo si sarebbe risolto tutto. Ma solo se l'ex ministro della Difesa fosse stato Mago Merlino in incognito.

Di fronte ai tanti problemi segnalati dai cittadini, alcuni gravissimi, la Marina Militare ha coscienziosamente reagito con prontezza, come si confà a una organizzazione altamente operativa. Ad esempio inviando la banda musicale alla fiera di S.Giuseppe. La cosa, si capisce, ha risolto un sacco di problemi. Quasi sembra impossibile che si potesse vivere a Spezia prima di questa operazione sonora...

Non c'è da stupirsi; il rapporto con le popolazioni vissuto dalle forze armate è stato spesso utilitaristico: imbonirle e "farsele amiche". Poteva andare peggio. Potevano offrirci specchietti e perline. Invece panem et circenses alla spezzina maniera. Missione coronata con successo e ben poco impegno per oltre un secolo. Ma ormai qui di panem non ne passano più, sono rimasti i circenses che, in mancanza di meglio, ci tocca sorbire.

Così si è passati da "la Marina ha fondato Spezia" a "adattamenti reciproci" sino alla "simbiosi" per articoli di giornale: il lento tramonto di un circo che ha sempre puntato sul passato, spesso inventato, non avendo nulla da offrire nel presente, se non problemi.
Ora: quanto deve ancora andare avanti la bolla in cui galleggia la questione aree militari? Più si aspetta e peggio è. Occorrono soluzioni vere, bonifiche vere, fronti mare veri e vivibili. Non farsette da propaganda anni '50 sui giornali.

Intanto il muro fa mostra di sé, i tetti in eternit pure. E poco oltre occhieggia la discarica di arsenico, PCB, olio e mercurio. C'è nostalgia per l'uranio impoverito che era stato buttato lì, in quello che fu uno dei luoghi più belli del Golfo, a pochi passi da un paese che tra filo spinato e cemento sembra un quartiere di Belfast.

Che simbiosi stupenda.

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