Scorcio: l'unico battello visibile e in uso è quello con le vele. |
Chi può entrare in arsenale? Un sacco
di gente. Porte aperte alle aziende che almeno hanno qualcosa da
fare. Ci entrano i ladri di bronzo, che per mesi operano
indisturbati, meno abili dei rapinatori che già vent'anni fafuggirono con gli stipendi. Ci entrano i politici in cerca di idee
precise. O di idee e basta. Lo spazio abbonda a tal punto da far
entrare yacht, con alberi che occhieggiano oltre il muro, da far
progetti di salone nautico, e dare approdo sul molo, da sempre
dichiarato strategico, alle navi da crociera. Ma "stranamente" non c'è spazio per i cittadini.
L'atmosfera tesa della
Guerra Fredda è finita da un pezzo, quella condizione anomala con
armi ovunque e la leva obbligatoria che ormai sembrava una cosa
normale. Sgonfiata come un palloncino bucato. Così rimangono i tanti
relitti del tempo che fu e la necessità di trovar loro un qualche
ruolo. Ma mentre ex-aeroporti sovietici nel cuore della Germania
diventavano spiagge tropicali, i bunker britannici musei, le basi
missilistiche americane si riconvertivano al turismo storico, da noi si continuava a favoleggiare di mai chiariti ruoli
strategici che rendevano intoccabile l'arsenale spezzino. Navi in
disarmo che nascondono nuove e strabilianti tecnologie? Sotto Campo
in Ferro si trova la base di Mazinga camuffata da discarica
inquinante? Nei capannoni pericolanti armi segrete? Eh no. Con
vent'anni di ritardo si prende atto che la storia è andata avanti.
'Disuso conclamato' è la diagnosi ormai chiara a chiunque ma per
tanto tempo negata con traballanti giri di parole. Sempre meno
nascosta tra le righe dei giornali, nelle parole degli ammiragli e
dei politici. Sorpasso, obsolescenza, tramonto. Non possono dirlo
direttamente, sarebbe troppo l'imbarazzo rispetto alle tante
dichiarazioni che ammiccavano a progetti di rilancio e la strategia e
l'inalienabilità.
Meglio parlare di spazi dati all'industria e moli
alle crociere sorvolando sul fatto che sia possibile proprio grazie
allo svuotamento del senso stesso di questo arsenale.
Fantasmi |
Ed è l'alba del nuovo
problema: a chi finiscono in mano gli spazi? È una gara silenziosa:
fanno gola alle industrie, ai cantieri, così come fanno gola alla malavita.
Eppure spettano ai cittadini, storicamente esposti ai
rischi delle attività militari, limitati, privati di spazio e
opportunità, sacrificati alle esigenze della Marina. Alle
istituzioni spetta invece il ruolo di garantire il rispetto di certe
precedenze.
Ma a vedere chi può entrare in arsenale con gli yacht e
con le navi, pare invece che l'attuale discrimine sia solo uno: il
soldo. Se ne hai parecchi le porte dell'arsenale sono aperte, anzi
apertissime, se sei un cittadino te ne devi stare fuori: è zona
militare.
Come cambiano i tempi, durante la Guerra Fredda si diceva
che i militari fossero pronti a dare la vita per difendere la gente.
Oggi vediamo che non sono pronti neanche a mettere i soldi per pulire
dove hanno sporcato, per garantire ai cittadini quel che gli spetta e
difenderli dalle speculazioni sempre in agguato. Ieri questioni di
Difesa, oggi di denaro, che danneggiano la nostra vita quotidiana.
E
visto che sembra ridursi tutto al gergo del denaro - un
promemoria: la Marina Militare è in debito con gli spezzini. E se
rimane un briciolo di dignità, non si può più evitare di saldare.