venerdì 9 agosto 2013

Verità intraprese

La verità  ha una definizione difficile,sopratutto se è scomoda e marcia.
Partendo da questo aforisma  scontato  vorrei trasmettere l'impossibile, la sensazione di rabbia e delusione che continua vagare ovunque tra il muro bellicoso e  cancelli di ferro.
Delusione per tutte quelle persone,in quel paese,che non hanno coraggio e determinazione per parlare con una sincerità inattaccabile per difendere chi è morto e chi morirà.
Non vedo il coraggio di una comunità,necessario per essere rispettati e considerati, non come borgata che vince il palio,ma come cittadini di Marola, quel maledetto posto sulla strada ,censurato dal muro e sconosciuto al passante.
Senza togliere niente all' euforia per una gara remiera,ultimo contatto con il mare  ultimo diritto a vivere il mare.
Dove si dissipano invece  il resto dei disagi che il muro e la Marina Militare regalano per il resto dei 364 giorni dell'anno?
La risposta è rischiosa perchè le responsabilità,forse, non riguardano solo i gestori ma anche i gestiti.
La risposta è nel silenzio che una popolazione si porta sopra alle spalle convinta di essere protetta e  sicura in attesa del grande favore.
Spesso mi sono chiesto la motivazione del perchè gli abitanti di Marola non recepiscono il problema in maniera profonda e devastante.
Perchè nessuno parla del campo in ferro con polemica e insistenza, perchè nessuno esamina indignato tutta questa situazione?
Ancora silenzio tra i tetti di amianto e le operazioni sospette, sembra quasi che a nessuno importi abbastanza del destino delle generazioni future e tantomeno della vita che un paese come Marola deve ritrovare per non diventare freddo e metropolitano come qualche quartiere rinchiuso dal porto.
Anche la dignità si intravede e scompare, dignità che dovrebbe rifiutare qualsiasi palio e protestare con costanza per ricordare a tutti che Marola ha subito e subisce ancora l'ombra del muro.
La verità a questo punto rimane nelle mani delle persone che trovano l'animo per coltivare scelte e posizioni che possano davvero trasmettere l'insofferenza del paese,senza se e senza ma, a costo di rinunciare a tante cose.
Credere con ardore per questa protesta significa aiutare Marola a sopravvivere.
Questa dovrebbe essere la ragion di vita di ogni Marolino.











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